14/05/07

Ratzinga muratore e la chiesa possiede

Ci sono delle informazioni sui beni della Chiesa che, quando cominciano a fare il giro tra le notizie che riguarda il patrimonio immobiliare italiano su internet e sui quotidiani stampati, fa arrabbiare davvero la gente che mostra di avere delle opinioni perché pensa con la sua testa, soprattutto se si parla di soldi che appartengono a qualche individuo oppure ad un mondo che dovrebbe occuparsi del bene comune, invece di accumulare le ricchezze.
Un articolo di Dagospia intitolato Ratzinga muratore, la Chiesa possiede un determinato patrimonio immobiliare italiano, ha svelato la percentuale che appartiene ai capi della principale religione diffusa nella nostra nazione e da questa indagine la cifra non è assolutamente da trascurare, anzi forse farebbe preoccupare tutti i credenti e fedeli che hanno dedicato la loro vita a fare offerte e donazioni per mantenere questo apparato del Vaticano che ammonta attualmente al 20-22% di tutti i possedimenti nazionali.
Insomma, il commento che verrebbe da fare a caldo sul patrimonio immobiliare italiano complessivo, subito dopo aver letto questi dati sui beni della Chiesa, ci lascia perplessi sulla bontà di chi chiede sacrifici per aiutare i più deboli, mentre in realtà nei secoli ha accumulato un potere economico che invidierebbe chiunque si occupa di affari sia a livello privato che istituzionale.

A questo punto ci verrebbe da gridare a gran voce: cos'è questa storia dei beni della Chiesa e di tutto il patrimonio immobiliare italiano posseduto?
Invece, come sempre, dopo il clamore iniziale, tutto viene sepolto dalla mancanza di memoria, perché la popolazione dimentica subito e va avanti mentre si rompe la schiena di lavoro onesto e mentre contribuisce anche con l'otto per mille obbligatorio per pagare ulteriormente chi, in verità, non avrebbe bisogno di nessun tipo di aiuto perché potrebbe vivere di rendita.
Senza contare, inoltre, che qui stiamo parlando dei beni della Chiesa, cioè l'intero patrimonio immobiliare italiano, e di chi dovrebbe vivere nella povertà oppure almeno in modo umile per occuparsi della gente bisognosa sul serio, invece sembra di assistere all'esatto contrario, e noi cittadini dobbiamo sacrificarci per mantenere tutti i vizi e le virtù di chi intraprende questa vera e propria carriera con tanto di gradi di importanza.

Altro che uguaglianza, in questo ambiente, forse si nota più degli altri una scalata per il successo, per avere il potere più forte rispetto agli altri con un immenso patrimonio immobiliare italiano dei beni della Chiesa.
Tutto questo fatturato con l'acquisto di oggetti di lusso e con la crescita costante di possedimenti avviene mentre da decenni si dice di voler aiutare il prossimo e con la parola magica del paradiso e delle azioni nel nome del Signore, si continua a muovere un potere economico inestimabile che fa capo a questa organizzazione.

Facciamo l'esempio della capitale, percependo un dato sconvolgente, perché un quarto della città di Roma è intestato alla diocesi, agli enti e alle società che appartengono al Vaticano, insomma, con questa superficie avremmo trovato tutti molta facilità nella distribuzione dei beni della Chiesa in modo equo tra tutti quelli che hanno bisogno di un tetto dove vivere sulla testa.
Ovviamente non sto dicendo che dovrebbero regalare i loro averi, ma almeno mettere a disposizione in modo realmente altruista tutti questi metri quadrati del patrimonio immobiliare italiano nei confronti degli individui meno abbienti, così come fa ad esempio l'ente delle case popolari, senza magari gli sprechi e la mancanza di cura che avviene in quest'ultimo.
Prima avevo nominato Dagospia perché ha pubblicato queste informazioni su internet, mentre per la precisione, l'inchiesta è del settimanale Il Mondo ed è stata portata avanti dal giornalista Sandro Orlando.

Vediamo alcuni concetti che ci fanno capire meglio cosa possiede il Vaticano per quanto riguarda il patrimonio immobiliare italiano complessivo, ovvero quali sono i beni della Chiesa con i relativi movimenti economici, mentre a causa della crisi si chiedono sempre più sacrifici alla popolazione e poi ci fanno pagare un'offerta per ricevere i sacramenti, altrimenti poi si rischia di non andare in paradiso.

I primi acquirenti delle proprietà della curia sono il Santander e il Bilbao, via Opus Dei, e gli ultimi affari sono avvenuti nella zona della capitale, perché la città di Roma è fonte di un business forte dei credenti che magari si tolgono il pane dalla pancia per andare a visitare tutto ciò che è sacro.
Per un giusto approfondimento, potete leggere l'articolo completo sul quotidiano.
Infine, per concludere, vorrei sottolineare che non tutti hanno preso questa strada, perché c'è chi opera in modo altruista privandosi di qualsiasi cosa di proprietà del patrimonio immobiliare del Clero per sostenere i più deboli, e questo lo scrivo perché conosco molti preti che sono buoni e giusti e non pensano al valore dei beni della Chiesa.

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